La Cassazione conferma la condanna per il reato di lesioni colpose nei confronti della passeggera che aprendo la portiera posteriore dell’auto senza guardare colpisce al torace il pedone che sopraggiunge
Reato di lesioni colpose
Inammissibile il ricorso in Cassazione con il quale una donna, imputata per il reato di lesioni colpose, aggravate dalla violazione delle norme sulla circolazione, viene condannata per aver colpito un pedone che sopraggiungeva sul marciapiede, aprendo distrattamente la portiera dell’auto. Non convince la versione della donna, terza trasportata, che tenta di far ricadere la responsabilità sull’uomo, distratto a suo dire a causa del cane che teneva al guinzaglio.
Così ha deciso la Cassazione con la sentenza n. 42039/2022 (sotto allegata).
L’imputata nel ricorso in Cassazione fa presente che le testimonianze non hanno sostenuto la versione della persona offesa. L’uomo infatti stava passeggiando distrattamente a causa del cane che teneva al guinzaglio, tanto che è stato il pedone ad andare a sbattere contro la portiera dell’auto, già aperta dalla donna, scesa dalla vettura per fumare una sigaretta.
La tesi dell’imputata però non convince gli Ermellini perché la responsabilità dell’imputata è emersa chiaramente dalle dichiarazioni della persona offesa, dei testimoni e dai documenti sanitari.
E’ infatti emerso che in realtà l’imputata nell’aprire la portiera non ha usato le massima prudenza ispezionando preventivamente la strada, operazione questa che le avrebbe sicuramente consentito di avvistare per tempo il pedone e di non colpirlo.